Estate 2019: i dati sul turismo in Italia

Una stagione difficile, che perde il confronto con l’estate 2018

L’inizio dell’Estate 2019 è stato contraddistinto da un clima inaspettatamente avverso, che ha messo in difficoltà il settore turistico, come dimostrano i dati sul turismo in Italia.

I mesi di maggio, giugno e luglio sono infatti stati freddi e costantemente battuti da piogge, vento e basse temperature. L’attività turistica di tutta la Penisola ha risentito profondamente del maltempo, facendo registrare significative perdite a tutto il settore rispetto all’Estate 2018. Nei soli mesi di Maggio e Giugno, ad esempio, l’allerta meteo ha causato numerose cancellazioni di vacanze, escursioni e le strutture ricettive hanno perso quasi un terzo degli avventori aspettati, generando un andamento negativo nel settore per la prima volta negli ultimi 5 anni.

Andiamo a vedere nel dettaglio quali sono i dati sul turismo in Italia per quanto riguarda l’Estate 2019.

Il maltempo e il turismo italiano

A causa del maltempo, numerosi avventori pronti alle vacanze estive hanno dirottato verso nazioni concorrenti, che condividono con il Bel Paese il clima mite ed una buona rete di accoglienza per la domanda turistica; stiamo parlando di paesi come la Spagna, la Grecia o il Marocco, o di quelli del Mediterraneo orientale, non più condizionati da tensioni politiche. La concorrenza, soprattutto per il turismo balneare, ha trovato nell’allerta meteo un pregevole alleato: i numeri di ISTAT e Assoturismo testimoniano una perdita dello 0,9% nelle presenze rispetto al 2018, circa 2 milioni di ospiti in meno.

Le categorie maggiormente colpite

Il rallentamento del turismo italiano per l’estate 2019 è dovuto sicuramente al duro colpo che hanno subito le aree costiere del paese, sotto rispetto all’anno precedente di un punto e mezzo percentuale. La situazione tende ad aggravarsi in particolare nel Meridione e nelle isole (-1,4% e -1,5%). Siti di balneazione, ma anche mete del turismo montano e dell’escursionismo sono rimasti parzialmente bloccati dalle infauste condizioni atmosferiche.

Numerosissime sono state le cancellazioni di soggiorni ed escursioni, lasciando buona parte delle strutture ricettive mezze vuote nei mesi di giugno e luglio, con profonda delusione di lavoratori stagionali e grandi operatori turistici che, a seguito dei numeri del 2018, si aspettavano un flusso turistico diverso.

Un ingeneroso confronto con i dati del 2018

I dati sul turismo in Italia nel 2018 hanno invece delineato il quadro di un periodo che si era contraddistinto come l’anno della promozione del turismo nazionale. Iniziata già negli anni precedenti, durante l’estate c’era stata una vistosa crescita del numero di turisti in arrivo, ma anche della capacità di spesa che gli italiani hanno dedicato alle vacanze. Secondo l’inchiesta Istat “Turismo in Italia 2018”, lo scorso anno è stato l’anno dei record nel turismo: con 429 milioni di presenze, il paese ha segnato un nuovo primato nella sua storia. Oltretutto, il 2018 è anche stato l’anno che ha visto il maggiore incremento nella capacità di spesa che gli italiani stessi hanno dedicato alle loro vacanze:

  • 19% in più di viaggi rispetto al precedente anno;
  • 13% in più di pernottamenti;
  • 20% in più nelle escursioni, fuori e dentro i confini nazionali.

il 53% degli arrivi era inoltre indirizzato alle località costiere, preferibilmente nei mesi di giugno e luglio. Questo dato rende un pessimistico confronto con l’estate 2019, viste le previsioni per le stesse località nell’anno corrente.

Un’estate fa

Il confronto tra il 2018 e 2019 per quanto riguarda l’attività turistica nazionale è particolarmente negativo riguardo al bimestre giugno-luglio. Il turismo balneare ed escursionistico, con le attività a questi collegate, sono stati i settori più colpiti a causa del clima. I continui temporali e le sferzate di vento hanno atterrito queste attività, tant’è che nessuna delle località balneari nostrane ha visto il pienone per tutta la prima parte della stagione. Un pesante punto percentuale in meno rispetto al 2018 si è registrato sia presso le mete di balneazione (-1,4%), sia verso le destinazioni del turismo montano e dei laghi. In pratica in tutti quei rami dell’attività turistica che basano il loro operato con il panorama naturale.

I dati sul turismo in Italia parlano di perdite sia per quello che riguarda i turisti italiani (-1,1%), sia per quelli stranieri (-0,8%). Inoltre, secondo l’osservatorio nazionale del turismo, un ulteriore punto a sfavore riguarda la pesante pressione fiscale che grava sul Paese, sia a livello generale, con le impennate costanti che subisce l’IVA (e conseguentemente il suo impatto sui servizi) ma anche con i consistenti aumenti sulla tassa turistica da destinare al cliente, che ad oggi ammonta a circa 600 milioni di euro e pesa sugli utenti per un valore pari al 10% della spesa sostenuta per le vacanze.

Cosa resiste al maltempo?

Una nota positiva di questa stagione estiva viene dai dati del turismo nelle città d’arte, che resistono in un quadro di generale calo degli arrivi. Le attività turistiche museale e religiosa sono quelle che meno hanno risentito dell’allerta meteo rispetto ad altri settori turistici (-0,4%). Anche i centri urbani minori, in special modo quelli situati nelle regioni del centro-nord, hanno attutito bene il colpo, non essendo direttamente dipendenti dai capricci del clima. Sono queste le zone dove le perdite sono state minori, di appena mezzo punto percentuale in media (-0,7% Nord Est, -0,3% Nord Ovest), sempre in relazione al fatto che l’anno precedente aveva segnato un “boom” di visitatori per questo microsettore, con 118 milioni di presenze e record cittadini per Roma e Matera.

Le uniche località turistiche che hanno visto un rinnovato incremento nelle loro attività sono quelle lacustri, per quanto la spinta verso queste destinazioni sia stata modesta (+0,2%).

La ripresa della stagione e le previsioni sulla sua chiusura

La ripresa nei mesi finali

Sebbene la stagione estiva 2019 sia partita in sordina, con il passare dell’allerta meteo e con l’avanzare del mese di Agosto si è giunti ad una forte ripresa del turismo nelle zone rimaste, fino a quel momento, al di sotto delle loro prospettive. Il mese di Agosto infatti ha visto un boom di ritorno al turismo (87% dell’offerta ricettiva nazionale) soprattutto nelle località costiere. La settimana di Ferragosto ha portato una spinta di presenze, con il tutto esaurito in quasi tutti i luoghi turistici:

  • Spiagge piene al 96%;
  • Località montane piene al 91%;
  • Località lacustri piene 92%;
  • Mete termali piene al 72%.

In negativo invece è il trend delle città d’arte, che in agosto, anche a causa delle chiusure di numerose attività produttive, perde rispetto al 2018 quasi dieci punti percentuali. Agosto rimane comunque il mese in cui la maggior parte degli ospiti delle strutture ricettive è composta da italiani.

Previsioni per la fine della stagione estiva

Superato il mese di agosto, la vera sorpresa giunge con settembre ed ottobre: non solo il clima continua ad essere mite ed accogliente, ma anche la domanda turistica continua ad essere generosa verso la Penisola. Ovviamente i dati sul turismo, specie di ingressi e permanenze, sono ancora in fase di raccolta ed elaborazione, ma molte località che solitamente vedono il grosso dei loro introiti nei mesi di giugno e luglio, hanno avuto modo di rifarsi, almeno parzialmente, proprio in questi periodi.

La disponibilità dell’utenza straniera in questi due mesi è stata fino ad ora generosa, in particolare gli ospiti che popolano le località turistiche e le città d’arte continuano ad arrivare principalmente:

  • Germania (più del 50%);
  • Gran Bretagna (15% circa);
  • Francia (15% circa);
  • Stati Uniti (quasi 15%).

In attesa di dati che possano confermare questo trend positivo, possiamo sperare di riuscire a cavalcare l’ondata di caldo tardivo di questo 2019, cercando di recuperare quanto perso nei primi mesi di questa stagione difficile.

 

A cura di
Giancarlo Caruso