Il turismo nel Rione Sanità di Napoli: la rinascita di un quartiere

Rimasto per molto tempo uno dei quartieri più isolati della città di Napoli, grazie anche al turismo il Rione Sanità vivendo una rinascita. Sono in corso progetti di riqualificazione di un area che è sempre stata tra le più attive, prima per l’aristocrazia poi per il popolo.
Ma quali sono gli investimenti che stanno per arrivare? E soprattutto: cosa offre ai turisti il quartiere Sanità?
Lo vedremo di seguito.

Da centro per aristocratici a luogo perfetto per tutti i turisti: un po’ di storia

Il rione Sanità è un quartiere di Napoli, che si estende dal Borgo dei Vergini fino alle falde della collina di Capodimonte. Precisamente inizia da piazza Vergini e comprende la zona di Via Sanità, Piazza Sanità, fino alla zona dell’Ospedale San Gennaro, detto dei Poveri.
Durante l’epoca greco-romana viene utilizzato come luogo di sepoltura, creando subito una forte relazione tra uomo e morte che si è protratta nei secoli, come si evince dal cimitero delle Fontanelle, adoperato per ospitare le vittime della grande peste del 1656.
Il rione inizia ad essere edificato a partire alla fine del XVI secolo, in una valle inizialmente destinata ad accogliere importanti famiglie nobiliari e facoltosi borghesi della città. Nel XVIII secolo le sue strade diventarono il percorso della famiglia reale dal centro della città alla Reggia di Capodimonte. I nobili gareggiarono quindi per costruire i palazzi barocchi, ancora oggi tra i più stupefacenti di tutta Napoli e forse d’Italia. Quando il governo napoleonico di Gioacchino Murat fece costruire il ponte della Sanità, che permette di non dover più scendere nella stretta e scoscesa valle, la Sanità decadde e divenne per molto tempo uno dei quartieri più isolati della città. I palazzi nobiliari si trasformarono in case popolari e i pittoreschi banconi dei mercati si insediarono nei loro giganteschi portoni. Negli anni 2000 inizia la rinascita del quartiere, anche grazie ai progetti di rivalutazione del territorio che hanno portato un nuovo afflusso di turisti.

Il presente: Investimenti in arte e cultura

Attualmente è in corso un progetto di riqualificazione per il centro storico di Napoli che si inserisce nell’ambito del Piano operativo “Cultura e turismo” (FSC 2014/2020) nel quale sono stati previsti stanziamenti per un totale di 360 milioni di euro, ripartiti fra le città di Cosenza, Palermo, Taranto e Napoli.
Gli obiettivi sono molteplici:

  • Recuperare la qualità urbana di città storiche, centri storici o aree di contesti urbani con problemi di degrado e con un fabbisogno complessivo di riqualificazione;
  • Migliorare l’accessibilità e la fruibilità di questi luoghi;
  • Favorire ricadute positive sia per turisti e visitatori sia per la popolazione residente;
  • Innalzare il livello di qualità della vita.

“Il Cis che abbiamo firmato rientra in una visione complessiva e di sistema, tesa a riqualificare i centri storici delle città. Da questa rigenerazione urbanistica e architettonica potranno trarne vantaggio i cittadini, le attività produttive, culturali e sociali della città, rafforzando anche il senso di comunità e offrendo opportunità di lavoro e di sviluppo” commentava a proposito del progetto la ex ministra Lezzi.

Il Cis per Napoli è stato firmato anche dall’ex ministro dei Beni Culturali, Alberto Bonisoli, che ha spiegato nel dettaglio a quali zone della città sono destinati i fondi: “Due i quartieri essenzialmente interessati alla riqualificazione: il Rione Sanità, zona popolare che collega il Museo Archeologico Nazionale e il Museo di Capodimonte, e una zona limitrofa, l’altro popolare quartiere di Montesanto, interessato prevalentemente da interventi di riqualificazione infrastrutturale.”
le zone coinvolte hanno inoltre deciso di creare un coordinamento sistemico per armonizzare gli investimenti dei Fondi Cipe, dei Fondi Ue per il Centro storico Unesco di Napoli e dei finanziamenti previsti nel Patto per Napoli. Già nella prossima riunione, riferiscono dal Mibac, Comune di Napoli e Regione Campania porteranno delle prime proposte su edifici da ristrutturare, tenendo conto che si dovrà trattare di palazzi pubblici. Nel corso della riunione è emersa anche la possibilità che un quinto delle risorse vengano destinate al finanziamento di imprese culturali e creative dei quartieri, come ad esempio il festival delle periferie.

Le attrattive turistiche del Rione Sanità

Il Rione Sanità è stato per molto tempo una delle zone della città meno visitate dai turisti , eppure questo quartiere situato nel cuore della città, ha moltissimo da offrire e, passati i periodi dei pregiudizi, oggi rinasce e si volge al turista con spirito accogliente e curioso.

Molte sono le attrattive, dal turismo culturale a quello enogastronomico, fino a quello cimiteriale.

Il Sarajevo Supermarket, nato nel 1995 come progetto di arte contemporanea che produce “realtà, spazi, situazioni”, promuove produzioni creative marginali e artisti indipendenti, emergenti e irregolari. Dal dicembre del 2016 la sua sede è in un’abitazione privata del Rione Sanità, un mondo incredibile tra i vicoli più popolari e vissuti del quartiere.

Il “Miglio Sacro”, un percorso lungo appunto un miglio, dalla tomba di San Gennaro al suo Tesoro. In questo tratto di Napoli c’è la sintesi della sua anima, fatta di bellezza e confusione, dignità, rispetto ma anche sofferenza. Affreschi stupendi e clima adatto agli appassionati di antichità e misteri.

Se siete dei buongustai, il Rione Sanità vi farà leccare i baffi. Una delle pizzerie più famose di Napoli, Concettina ai Tre Santi, si trova infatti in questo quartiere. Se invece amate i dolci, una tappa obbligatoria è la pasticceria Poppella, dove potrete gustare i suoi famosi “fiocchi di neve”.

Altro progetto molto interessante è quello della cooperativa sociale la Paranza, che prevede un autosviluppo del quartiere, per conferirgli un respiro internazionale attraverso la valorizzazione del suo patrimonio artistico e culturale. Sotto la gestione della cooperativa rientrano le Catacombe di San Gennaro e quelle di San Gaudioso, così come la Casa del Monacone e Casa Tolentino.

Il Museo Nazionale Archeologico si trova ai margini del Rione ed è una delle attrazioni più visitate da chi soggiorna alla Sanità. Molto interessanti sono i reperti rinvenuti a Pompei e la vasta Collezione Egizia. Dai toni più irreverenti è invece la collezione della sezione proibita, in gran parte proveniente da Pompei e comprendente opere a tematica esplicitamente sessuale.

Il turismo cimiteriale nel Rione Sanità

Il sottosuolo della Sanità costituisce un contesto di straordinario interesse culturale per la stratificazione archeologica e storico-artistica che testimonia l’ideologia funeraria a Napoli dalla fine del IV sec. a.C. ai giorni nostri. Restando all’interno dei confini del quartiere è possibile visitare:

  • Diversi tratti della necropoli ellenistica;
  • Le Catacombe di San Gennaro;
  • Le Catacombe di San Gaudioso;
  • Le Catacombe di San Severo;
  • Il Cimitero delle Fontanelle, realizzato all’interno di una gigantesca cava di tufo scavata sotto la collina di Materdei, ben rappresenta, unitamente al culto delle anime pezzentelle, il rapporto che da sempre il popolo napoletano ha con l’aldilà. Al suo interno troviamo migliaia di teschi e ossa, spaventosi, grotteschi e gotici, ma anche ricchi di folclore e religiosità. È possibile ammirarne di polverosi, abbandonati, oppure puliti, lucidati “adottati” da qualche famiglia, con le monetine in testa o le collanine.

Il Turismo nella Sanità come oggetto di studio: la Scuola sul Turismo di OUT

Il boom del turismo nel Rione sanità è stato anche oggetto di studio da parte di OUT, l’Osservatorio Universitario sul Turismo della Federico II di Napoli, che, durante la prima edizione della Scuola sul Turismo, ha condotto una ricerca proprio sul Quartiere.
Studenti e studentesse hanno partecipato a seminari tenuti da sociologi, antropologi e metodologi durante i quali sono state spiegate le basi della ricerca sociale e messe poi in pratica con una vera ricerca condotta nel Rione Sanità. I ricercatori della scuola hanno poi visitato i luoghi oggetto della ricerca.

A cura di
Antonio Santaniello

Ph Credit: Cristina Martucci