L’Italia è in quarantena, il Governo ha stabilito che tutto il Paese è zona protetta e il Coronavirus paralizza i trasporti. Con la maggior parte degli italiani chiusi in casa a causa del Covid-19, come sarà la situazione per chi invece è costretto ancora a spostarsi? Dopo aver parlato dei danni al turismo italiano Ecco una fotografia sulla situazione dei trasporti nel nostro paese in questo momento. Inoltre, come stanno reagendo gli altri paesi data la nostra situazione? Frontiere bloccate dagli altri paesi e voli cancellati, Italia in isolamento. Blocco totale, o quasi, del paese.
Un paese bloccato
Le rigide misure imposte dal Governo per contenere e contrastare il diffondersi del Coronavirus in Italia, inizialmente riservate solo alla Lombardia e a 14 province di altre regioni del Centro-Nord, sono state estese all’intero territorio nazionale. L’Italia diventa quindi zona protetta fino al prossimo 3 aprile, di conseguenza tutti gli spostamenti sono vietati se non per comprovate necessità. Divieto assoluto di lasciare la propria abitazione invece, è previsto per le persone sottoposte alla misura della quarantena o che sono risultate positive al Coronavirus. I controlli sul rispetto delle limitazioni della mobilità sono effettuati dalle forze di polizia.
Il decreto Stabilisce che bisogna evitare ogni spostamento delle persone fisiche in entrata e in uscita, le eccezioni riguardano trasferimenti “motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità”. Si vive dunque in uno stato di paralisi della mobilità non solo straordinaria, come un viaggio piacere, ma anche e soprattutto ordinaria.
Discorso diverso riguarda lo spostamento delle merci, che non rientrano fra le limitazioni previste dal decreto. come dichiarato nel Decreto governativo che ha fermato l’Italia a scopo cautelativo: «Le merci possono entrare e uscire dai territori interessati. Il trasporto delle merci è considerato come un’esigenza lavorativa: il personale che conduce i mezzi di trasporto può quindi entrare e uscire dai territori interessati e spostarsi all’interno degli stessi, limitatamente alle esigenze di consegna o prelievo delle merci» Stesso discorso vale per i mezzi pubblici, tenendo presente però le limitazioni già stabilite sul mantenimento di un metro di distanza tra un passeggero e un altro. Rimane dunque attivo un tipo di viaggiatore, ovvero il lavoratore che si sposta per garantire la reperibilità dei generi necessari.
L’esodo verso il Sud. Conseguenze di un gesto insensato
Le misure di contenimento del virus hanno scatenato un esodo verso le regioni del Sud. Mai nessuno si sarebbe aspettato di dover assistere alle scene di qualche sera fa alla stazione di Milano. Superfluo ormai spiegare i motivi di tale fuga e il pericolo che questa rappresenta. Le fughe improvvisate di quella sera, contrarie a qualsiasi indicazione degli esperti, non sono altro che un atto folle che rischia di mettere in ginocchio l’intera Italia.
Le regioni del Sud sono dovute ricorrere a controlli sanitari e quarantena obbligatoria per tutti quelli che arrivano dal Nord con autobus o treni. Regioni come la Campania, la Puglia o la Sicilia hanno quindi dovuto imporre l’obbligo di isolamento domiciliare per chi viene dalla zona rossa.
È stata purtroppo registrata anche una seconda ondata di meridionali in fuga da Nord verso Sud. È la seconda volta che, da quando è stato dichiarato lo stato d’emergenza per il Coronavirus in Italia, il popolo decide di scappare verso il Sud del paese, per tornare dalle proprie famiglie in stazioni e treni affollati. Questi viaggiatori, della speranza potrebbero essere definiti, nello spostarsi, sono andati contro tutti gli appelli del governo e di tutti i virologi al rispetto dell’ultimo Dpcm sulle limitazioni agli spostamenti, consentiti solo in caso di motivi urgenti e giustificati. Purtroppo di giustificazioni valide, in quest’altra fuga di massa, se ne intravedono poche.
Auto, treno e aereo, come cambiano gli spostamenti a causa del Covid-19
Mobilità interna
A causa delle nuove norme, bisogna ridurre al minimo gli spostamenti con aerei e treni. Ma c’è chi per lavoro non può evitare di viaggiare.
Per quanto riguarda la rete autostradale e le altre arterie principali, restano aperte e percorribili ma solo per gli spostamenti necessari ad eccezione della Sicilia, che ha chiesto ed ottenuto il blocco di tutta la mobilità in entrata e uscita dalla Regione.
La circolazione ferroviaria sta subendo dai ieri diversi rallentamenti e alcune linee sono state cancellate del tutto insieme ai treni notturni.
Mobilità verso l’estero
Cosa succede invece per chi deve prendere un volo dall’Italia per l’estero nei prossimi giorni o nelle prossime settimane? Sicuramente potrebbero esserci dei disagi dovuti soprattutto alla cancellazione della quasi totalità dei voli diretti da e verso l’Italia
L’Italia è il secondo paese al mondo per numero di contagi da Coronavirus, dopo la Cina, dove l’epidemia è scoppiata lo scorso dicembre. Per evitare il diffondersi del nuovo virus anche nei paesi al momento meno colpiti dall’emergenza, alcune compagnie aeree hanno deciso di ridurre o addirittura limitare i voli da e per l’Italia. Hanno fatto sapere che interromperanno i collegamenti con l’Italia fino ad aprile:
- Air France,
- Ryanair,
- British Airways
- American Airlines
spiegando di seguire in tempo reale l’evoluzione della situazione e di lavorare in stretta collaborazione con le autorità sanitarie nazionali e internazionali dall’inizio dell’epidemia coronavirus.
Italiani untori d’Europa. Come si comportano gli altri Stati
Secondo l’OMS, il Coronavirus è considerato una pandemia, un’epidemia con la tendenza a diffondersi rapidamente attraverso territori e continenti. Già da tempo, tuttavia, a causa del diffondersi del contagio e delle straordinarie misure di prevenzione adottate, gli occhi di tutto il mondo sono caduti sull’Italia.
Il blocco dell’Eurocity Venezia-Monaco è la sintesi perfetta della situazione che vede l’Italia messi in isolamento dagli altri Stati.
Le ultime ore hanno fatto cambiare drasticamente la posizione del nostro Paese agli occhi degli altri Stati. Come aveva infatti dichiarato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, l’esperienza italiana sarà probabilmente utile a tutti gli stati dell’Unione Europea quando l’epidemia dilagherà. Infatti nelle ultime ore il numero di contagi nel resto d’Europa è aumentato in maniera drastica, inducendo le altre nazioni a rivedere le loro posizioni e trasformando il caso Italiano in un esempio da seguire. Infatti la profilassi scelta del nostro Paese è stata adottata da molti stati: dall’Europa all’America del Nord, si sta assistendo al blocco totale della mobilità e dei rapporti sociali. Fa eccezione la Gran Bretagna che, se in un primo momento, come affermato dal Primo Ministro Boris Johnson, aveva scelto la strada, scientificamente non confermata, della larga diffusione del contagio in modo da sperare nell’immunità di gregge, adesso sta facendo marcia indietro ed invita la popolazione ad evitare luoghi affollati e contatti interpersonali.
Si può ancora parlare di turismo?
Allo stato attuale sembrerebbe inutile parlare di turismo e di pratiche di viaggio, se non per i turisti che sono partiti prima dell’attuazione delle misure di sicurezza.
Il turismo fisico è fermo e lo testimoniamo le tante frontiere chiuse. Francia, Germania e Spagna chiudono, così come molti altri stati, tra cui gli Stati Uniti, che hanno bloccato i voli da e per l’Europa.
Ma si può continuare a fare esperienza di viaggi in altri modi, ora che il Coronavirus ha paralizzato la mobilità?
Innanzitutto si può iniziare a ipotizzare un viaggio per quando la situazione Coronavirus sarà più tranquilla. Si può leggere un libro, oppure guardare un documentario che permetta di scoprire luoghi e location mai prese in considerazione prima. Inoltre molti musei danno la possibilità di fare dei tour virtuali a 360 gradi delle loro stanze e delle opere più belle che custodiscono.
Oppure c’è Google Street View, che dà la possibilità di effettuare una passeggiata virtuale attraverso proiezioni fotografiche in tutte le dimensioni, per poter osservare varie località del mondo proprio come se si stesse davvero passeggiando in quella zona.
A cura di
Antonio Santaniello
Ph Credits: Free-Photos da Pixabay